Titolo: Magic Mike
Un film di Steven Soderbergh con Channing Tatum, Alex Pettyfer, Matt Bomer, Joe Manganiello, Matthew McConaughey
Genere: commedia/drammatico
Durata: 110 min
Ambientazione: Florida, Stati Uniti
Anno: 2012
Voto: 3/5
C'era una volta un diciannovenne americano di nome Channing Tatum. Il ragazzo, dotato di un certo fascino, sul finire degli anni Novanta, sotto pseudonimo, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa, in Florida. Chiaramente non passa inosservato: il terzo millennio gli regala una promettente carriera come attore e, soprattutto, lo fa conoscere al grande pubblico. Nel 2006 con Step Up arriva la svolta: Tatum non è più un semplice volto tra tanti ma un attore con un seguito - soprattutto femminile - affezionato.
Qualche anno dopo, Channing incontra Steven Soderbergh e la sua storia diventa quella di
Magic Mike. Nel cast anche fisici non indifferenti come quelli di Alex Pettyfer, Matthew McConaughey, Matt Bomer e non solo nei pochi panni di un gruppo di spogliarellisti di un popolare locale di Tampa. Considerata l'altissima percentuale di pubblico femminile che è corsa ed è stata catturata al cinema per questa pellicola,
il film è stato frettolosamente ed ingenuamente etichettato come 'sfilata di bicipiti ed addominali', niente di più o di meno. Ammetto che, anch'io, appena conclusa la proiezione in sala ai tempi dell'uscita non rimasi particolarmente colpita da ipotetici significati o messaggi delle quasi due ore di visione. Lo ammetto: ero ancora in balia di Mike e compagnia!
Non pretendevo di trovare virtuosismi o grandi spunti autoriali, tuttavia il senso di 'incompiuto' lasciatomi dal film mi incuriosì. Ho così recuperato diverse volte il lavoro del regista del mio adorato Ocean's Eleven. Paradossalmente, sono stata capace di apprezzare Magic Mike solo da casa. Al cinema, a quanto pare, sono stata vittima di troppe, veramente troppe distrazioni: gli aspetti legati più all'intrattenimento vengono chiaramente amplificati, mentre quelli meno prepotenti vengono enormemente penalizzati. Forse questo è lo strano difetto di questo film.
Forse vi deluderò dicendovi che questo non è un semplice film su alcuni spogliarellisti, o forse, addirittura, che questo è tutt'altro. Nonostante per buona parte della visione, a mio parere, non si riesca ben a capire dove o cosa voglia dire, la pellicola stessa trova la sua chiave di lettura a poche decine di minuti dal finale. Il tanto chiacchierato protagonista non è Magic Mike: è solo Mike, un ragazzo che sa che per realizzare i suoi progetti o sogni deve sudare, deve impegnarsi giorno per giorno.
Il mondo notturno da 'Magic' si scontra violentemente con quello della quotidianità e della semplicità di Brooke, la sorella dell'ultimo ragazzo entrato nel club di Dallas, il proprietario del locale di spogliarellisti. Mike apre gli occhi e cambia prospettiva davanti alle bugie, alle difficoltà che si intrecciano. Spesso i dialoghi richiamano questo aspetto ed un secolare dilemma: Mike è quello che fa? E' un frivolo giovane caratterizzato da tutto ciò che è legato allo stereotipo dello spogliarellista? Niente è quello che sembra o che si crede.
Questo film, che rientra nell'iniziativa
Movies Around the USA, ha rappresentato anche un'interessante occasione per scoprire uno stato degli USA, ambientazione della pellicola, che mi è sempre apparso confuso e contraddittorio.
Magic Mike, forse, riflette un po' anche l'animo della Florida, luogo famoso in tutto il mondo per i suoi parchi divertimento ma anche per l'industria aerospaziale.
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