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"Licorice Pizza" di Paul Thomas Anderson

  Titolo: Licorice Pizza Un film di Paul Thomas Anderson con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper, Benny Safdie, Maya Rudolph, Skyler Gisondo, John C. Reilly Genere: commedia, drammatico, sentimentale Durata:  133 min Anno:  2021 Voto: 5/5 ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ San Fernando Valley, 1973. Disarmata da dimostrazioni di inaspettata sicurezza e maturità da parte di un adolescente, l'annoiata assistente fotografa venticinquenne Alana Kane ( Alana Haim ) accetta - non senza riluttanza - di uscire a bere qualcosa con il divertito e divertente attore quindicenne Gary Valentine ( Cooper Hoffman ), suo insistente corteggiatore. Tra improbabili slanci imprenditoriali e bisticci per imprevisti e incomprensioni reciproche, l'insolita coppia si avventura per le strade pulsanti dell'immaginario californiano degli anni Settanta sempre in corsa contro il tempo, cercando di trovare il proprio percorso e scopo in un mondo sopra le righe. Ma sullo sfondo di eccentrici episodi d

SerialTeller #66 - Mai più barriere [Il Trono di Spade st.7]

Serial Teller
L'appuntamento di Stories. dedicato al piccolo schermo

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Che ruolo ha avuto, negli ultimi anni, il Trono di Spade nella concezione di intrattenimento? No, non solo sul piccolo schermo. La serie HBO tratta dai romanzi di quel sanguinario di George R. R. Martin ha ridefinito i canoni narrativi moderni con personaggi eterogenei impossibili da definire semplicemente come buoni o cattivi. Ad ognuno di essi, per sei stagioni, è stata affidato un filo narrativo da intrecciare con cura, attenzione e pazienza. Proprio quest'ultima è stata spesso discussa: quante vicende, quante avventure sono durate stagioni e stagioni? I fan hanno atteso anni per vedere finalmente Daenerys mettere piede sul continente. Questo evento, però, ha innescato una serie di conseguenze non trascurabili che hanno coinvolti tutti i principali personaggi di Westeros. Ecco perché si aspettavano grandi cose da questa stagione. Ecco perché il rischio di fare pasticci era altissimo.

Il Trono di Spade
Genere: fantasy, drammatico, avventura
Lingua originale: inglese
Stagione: 7
"Lo show è cambiato", "Dopo la quarta stagione c'è stato un crollo della qualità". Quindi una serie deve sempre rimanere se stessa, ripetersi andando sul sicuro? No, soprattutto in questo caso. Con questa stagione si arriva all'inevitabile punto di svolta: il gran finale è dietro l'angolo, le carte in gioco devono scoprirsi. Sulla carta, con gli Estranei ai confini settentrionali e l'imminente scontro tra le due pretendenti al trono, questa doveva essere una fase di transizione, in cui ogni fazione si agita con preparativi. Sullo schermo, invece, si è rivelata una serie di sette episodi ricca di avvenimenti importanti volti a colmare grosse lacune soprattutto di sceneggiatura. La scelta di un minor numero di puntate ha comportato un cambio di marcia. Si è premuto sull'acceleratore dando un ritmo in pieno contrasto con quelli tenuti in precedenza e per far questo, spesso, si è fatto ricorso a consistenti sospensioni dell'incredulità. Si è parlato tanto dei viaggio ultrasonici di questa stagione: sì, si potevano gestire meglio, si potevano mascherare con più accuratezza del manovre e i retroscena per la preparazione degli schieramenti finali. Impossibile, inoltre, non parlare delle morti, una costante di questo show. Quante lacrime sono state versate in passato per personaggi come Hodor o Shireen, figure tutto sommate secondarie che difficilmente conquistavano l'attenzione ma che, nel momento dell'estremo saluto, hanno saputo lasciare un segno. Ecco, le morti questa volta non sono state accompagnate dalla stessa potenza emotiva, anzi, spesso sono quasi passate inosservate in alcuni casi.


L'impressione è che si sia voluto puntare sui grandi eventi, battaglie di grande effetto capaci di impressionare visivamente e tecnicamente ma per niente in grado di cambiare gli equilibri di potere. I personaggi sono stati ridotti a semplici pedine di un gioco di alti e bassi. Le rivelazioni - se così vogliamo chiamarle - sono state semplici concretizzazioni di ciò che era inevitabile destino. Il più grande peccato è stato quello di raccontare tutto come deve giustamente essere. Beh, perché lamentarsi di questo? Lo show ha giustamente intrecciato le diverse sottotrame, ha messo ogni tassello al posto giusto e lo ha fatto con attesi confronti. Perché dovrebbe essere un peccato? Perché, nonostante l'indiscutibile qualità - che comunque altri show possono solo sognare - è mancato il vero fattore 'wow' nel racconto. Si è rimasti a bocca aperta davanti ai draghi e alle sempre epiche battaglie ma niente è andato fuori dai binari durante la narrazione, niente è stato sorprendente sotto questo punto di vista. Per questo, a mio discutibilissimo parere, la settima stagione è stata semplicemente sufficiente: i momenti interessanti ci sono stati, è la fluidità che è mancata. E' stato fatto il necessario, niente di più, niente di meno. Forse da una serie come questa si vuole sempre il massimo. Dove si vuole arrivare?

Voto settima stagione: 6

Fede Stories.


Fonti immagini:

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