Titolo: Le luci di settembre
Titolo originale: Las luces de septiembre
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Anno: 2011
Voto: 2,5/5
Sfogliata l'ultima pagina, ho impiegato parecchio tempo a metabolizzare questa lettura. Un libro di Carlos Ruiz Zafon, autore capace di stregarmi senza scampo con gioiellini come Marina e L'ombra del vento, non può deludere. Questa affermazione doveva essere impressa a chiare lettere in qualche angolino della mia mente. Per questo motivo, all'ultima puntatina in biblioteca, ho deciso di tuffarmi - a scatola chiusa - tra le pagine di Le luci di settembre, terzo capitolo della saga per ragazzi della Trilogia della Nebbia.
Siamo nella Francia degli anni Trenta, in una Normandia ricca di mistero e fascino. Il narratore segue le vicissitudini della famiglia Sauvelle, trasferitasi dopo la morte di Armand, premuroso marito di Simone e padre di due figli, Irene e Dorian. Grazie al ricco e brillante inventore di giocattoli Lazarus Jann, la loro esistenza sembra prendere una piega diversa, più aperta al futuro. I fantasmi del passato, tuttavia, sembrano avere ancora molto da risolvere sulle rive di un minaccioso mare che nasconde misteri e storie di altri tempi.
Ho avuto un rapporto burrascoso e faticoso con questo libro. Un romanzo da amare riesce a catturarmi nell'arco delle prime cinquanta pagine. Sono rari i casi in cui è accaduto diversamente. Questo fantasy di Zafon è stato un susseguirsi di alti e bassi, litigi e ricongiungimenti: non sono rimasta colpita dai primi capitoli ma qua e là, periodicamente, sono riuscita a ritrovare piccole scintille di ciò che amo dell'autore spagnolo. E' mancato, tuttavia, il colpo di fulmine, fondamentale nelle storie di questo genere.
Per buona parte della lettura ho avuto l'impressione che la voce di Zafon, al di fuori dei labirinti di Barcellona, perda un po' della sua magia. Sì, anche qui la narrazione è avvolgente e capace di rivolgersi ad un pubblico di lettori di tutte le età - non solo a ragazzi - ma l'elemento soprannaturale, a mio parere, pagina dopo pagina diventa ingombrante, emergendo in maniera troppo invadente. Alcuni passaggi, poco convincenti e molto frettolosi, non aiutano a migliorare la situazione. Non bastano quindi l'atmosfera oppure la genuinità di un semplice racconto a salvare un romanzo che, al termine della lettura, lascia un po' di amaro in bocca.
Così poco? Beeene XP io di Zafon ho letto la saga del Cimitero dei libri dimenticati e mi è piaciuta ^^ anzi in realtà ho in lettura in questo momento l'ultimo volume
RispondiEliminaAnch'io prossimamente recupererò il quarto romanzo della serie! Devo dirti in tutta sincerità che ho adorato il primo ed il terzo volume del Cimitero dei libri. Purtroppo qui qualcosa non ha funzionato e no, non mi ha convinto :(
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