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"Licorice Pizza" di Paul Thomas Anderson

  Titolo: Licorice Pizza Un film di Paul Thomas Anderson con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper, Benny Safdie, Maya Rudolph, Skyler Gisondo, John C. Reilly Genere: commedia, drammatico, sentimentale Durata:  133 min Anno:  2021 Voto: 5/5 ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ San Fernando Valley, 1973. Disarmata da dimostrazioni di inaspettata sicurezza e maturità da parte di un adolescente, l'annoiata assistente fotografa venticinquenne Alana Kane ( Alana Haim ) accetta - non senza riluttanza - di uscire a bere qualcosa con il divertito e divertente attore quindicenne Gary Valentine ( Cooper Hoffman ), suo insistente corteggiatore. Tra improbabili slanci imprenditoriali e bisticci per imprevisti e incomprensioni reciproche, l'insolita coppia si avventura per le strade pulsanti dell'immaginario californiano degli anni Settanta sempre in corsa contro il tempo, cercando di trovare il proprio percorso e scopo in un mondo sopra le righe. Ma sullo sfondo di eccentrici episodi d

"The Walk" di Robert Zemeckis



Titolo: The Walk

Un film di Robert Zemeckis con Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, Clement Sibomy

Genere: biografico, drammatico

Durata: 123 min

Ambientazione: Francia, Stati Uniti

Anno: 2015

Voto: 3,5/5




Tratto dal libro autobiografico The Walk di Philippe Petit [Recensione]

Soffro di vertigini, o almeno ne soffrivo, credo. Ricordo benissimo quella gita delle elementari in cui, insieme ai miei coraggiosissimi compagni di classe, dovetti salire sulla piattaforma alla base della statua di San Carlo, alla rispettabile altezza di dieci metri.
Si dice che, quando si è piccoli, si tende ad esagerare. Non esagero quando dico che quello è stato uno dei miei più grandi traumi dell'infanzia. A distanza di qualche anno, la paura dell'altezza un po' si è affievolita ma ogni terrazza, grattacielo o ruota panoramica affrontata, ai miei occhi, appaiono come potenziali nemici.

Potete, quindi, immaginare la mia reazione quando, qualche tempo fa, ho scoperto quanto successo il 7 agosto 1974 a 417 metri dal suolo newyorkese. Philippe Petit, quel giorno, è entrato nella storia con la sua traversata delle Twin Towers.
Un bilanciere ed un cavo di circa tre centimetri teso tra le due torri del World Trade Center. Solo questo, nient'altro. Nessuna sicurezza, nessuna protezione. Impresa affascinante quanto pericolosa.


Deve essere stata questa l'idea di Robert Zemeckis, regista del biopic dedicato a Philippe Petit. Un film affascinante quanto pericoloso. Non bastava, infatti, descrivere i minuti, gli attimi trascorsi a giocare con il vuoto e a sfidare il cielo: bisognava approfondire le vicende legate alla preparazione del coup, i mesi di tensione, agitazione e studio delle condizione ideali per lo spettacolo ad alta quota. Come un bravo funambolo, Zemeckis doveva trovare il giusto equilibrio tra realtà, curiosità e narrazione. Ci sarà riuscito?

Joseph Gordon-Levitt veste i panni di Petit e si trasforma completamente nell'artista francese. La sua è una interpretazione precisa, dettagliata, a tratti, forse, maniacale.
L'impressione avuta durante i primi tre quarti d'ora di visione è di 'troppo': troppa ricerca, troppo tempo, troppo girovagare senza meta, semplicemente troppo. Tutto appare diluito e a volte anche ridondante.

Poi.. poi tutto cambia. Si avvicina il momento clou del film e cast, regia, sceneggiatura e tutto il resto sembrano improvvisamente svegliarsi. La pellicola riprende ritmo, vitalità e la missione della 'passeggiata' si trasforma in un colpo criminale caratterizzato dai suoi imprevisti. Quando arriva l'ora della traversata si dimentica tutto, soprattutto ciò a cui si è assistito nella prima parte del film. L'impresa è magia, poesia e gioia per gli occhi grazie ad ottimi effetti speciali che non deludono le aspettative. Una sequenza potente ed incredibile che nessuno può perdersi.
Degna di nota anche la conclusione che, richiamando uno spirito a stelle e strisce rimasto celato per buona parte della visione, fa riflettere e pensare. Un omaggio che non poteva mancare e che, senza dubbio, è apprezzato.

Cosa rimane quindi di The Walk? Il finale risolleva grandiosamente una visione che inizialmente sembrava guadagnarsi buoni punti come delusione dell'anno.
Alla fine dei giochi, forse, Petit si è rivelato un equilibrista migliore di Zemeckis.

Vi assicuro che una visione di questo tipo potrebbe stupirvi,





Trailer:



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