Titolo: Il fu Mattia Pascal
Autore: Luigi Pirandello
Data prima pubblicazione: 1904
Valutazione: 4/5
<<[...] m'ero acconciato a fare il morto, lusingandomi di poter diventare un altro uomo, vivere un'altra vita. Un altr'uomo, sì, ma a patto di non far nulla. E che uomo dunque? Un'ombra d'uomo!>>
Iniziando questa recensione, è fondamentale sottolineare che "Il fu Mattia Pascal" è stato una delle cosiddette letture scolastiche. Si, proprio uno di quei simpatici titoli stampati su un'altrettanto simpatica fotocopia consegnata dalla professoressa di italiano in occasione dell'inizio degli ultimi 6 mesi di scuola. O meglio, nel mio caso, gli ultimi 6 mesi - si spera! - di liceo. E così, l'avvicinamento dell'esame di maturitá non fa altro che enfatizzare il clima di terrore instaurato dalle odiate letture imposte.
Lo studente in crisi si prepara psicologicamente ad avventurarsi tra le pagine di un classico che è comunemente chiamato 'mattone'. Attenzione, con questo termine non si intende solamente un polveroso e voluminoso libro di millemila pagine, ma anche un romanzo il cui contenuto, per credenza diffusa ed alimentata da generazione in generazione, è complicato.
Con questi pregiudizi - ahimè - anche la sottoscritta si è avvicinata a questa lettura.
Ecco una brevissima trama:
Mattia Pascal è nato e cresciuto a Miragno (attuale Imperia). Insieme alla madre ed al fratello, conduce una vita in discrete condizioni economiche, grazie all'eredità lasciata dal padre. Dopo essersi sposato, il protagonista viene colpito da alcune tristi disgrazie, tra continue liti con la moglie Romilda e la suocera.
La fuga è il momento della svolta. Mattia, infatti, si reca a Montecarlo dove inizia a giocare alla roulette, vincendo anche grosse somme di denaro.
I primi capitoli, infatti, potrebbero risultare monotoni e noiosi. Ma non lasciatevi influenzare da questo inizio poco intrigante: dopo i fatti di Montecarlo, l'intero romanzo cambierà e lo stesso accadrà anche alla vita del Pascal, o meglio, alla vita di Adriano Meis, l'altro volto del protagonista.
Ciò che ho trovato molto interessante è sicuramente la tematica, estremamente attuale, riguardante la perdità dell'identità. Quanto può significare un nome? Dietro esso vi è una storia, una vita, un intero insieme di ricordi, emozioni, sentimenti. La perdita e il cambio di quello che, all'apparenza, è solo un nome, condiziona enormemente la vita di Mattia che, in una climax di dubbi, ad un certo punto arriva ad identificarsi con l'ombra di un uomo, calpestata ed inosservata.
Non lasciatevi ingannare dalla tag 'scuola' - 'etichetta' è obsoleta - poichè, dietro ad un classico creduto superato o vecchio, spesso si nasconde un messaggio attuale e sempre valido.
Buone letture a tutti voi ;)
-[ Fede
Ciao, ho ringraziato il tuo blog nel seguente post:
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